The Washing Machine Italia contro la Contraffazione con una campagna “crime”

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Un vero e proprio film “crime”, che richiama lo stile in voga nelle tv series, per colpire il target dei giovani e sensibilizzarlo sul tema dei marchi contraffatti: è questo il linguaggio scelto da The Washing Machine Italia per la campagna on-air del MISE - il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Giancarlo Giorgetti - che, l’agenzia guidata da Alessandra Furfaro e Mimmo Di Lorenzo, si è aggiudicata.

Nello spot tv vediamo un’ispettrice in un briefing dare istruzioni ai suoi investigatori per catturare un manipolo di criminali, ben organizzati e senza scrupoli. I “ricercati” sono, in realtà, i prodotti dal marchio contraffatto: abilissimi a camuffarsi, esperti in truffa e, soprattutto, pericolosi per la società e per la salute. La metafora si sviluppa dando voce anche ad alcuni testimoni che raccontano come sono diventate vittime e che danni hanno subìto. Il film si chiude con i criminali, ovvero i prodotti contraffatti (sneakers, cosmetici, food made in italy e altri prodotti falsi), catturati e rinchiusi in una cella con la voce dello speaker che recita il claim di campagna “Comprare prodotti falsi non è mai un buon affare”. Per la stampa e il web, la campagna si declina con l’immagine di una bacheca su cui vediamo i prodotti falsi presentati come una rete criminale e il claim di campagna.

The Washing Machine Italia, oltre ad aver prodotto lo spot con la propria cdp interna, ha curato anche la strategia media per la diffusione della campagna su TV, stampa, radio, affissione, web e social. La pianificazione è rivolta principalmente ai giovani, con un massivo utilizzo di canali digital, attività innovative e partnership con le principali pagine web sul target di riferimento.